sabato 8 gennaio 2011

Lega Nord: il vero vincitore del 2010!


Il comportamento della Lega è stato anticipatore degli orientamenti più recenti dei professionisti stessi del messaggio pubblicitario. Il Carroccio infatti ha capito che le grandi campagne giornalistiche, televisive e sui nuovi media digitali non danno (quasi mai) i risultati proporzionati ai costi. La soluzione, quindi, è tornare al passato.

L’esperienza della Lega costituisce un caso di studio notevole e assolutamente calzante. Ci si deve infatti domandare quali siano i motivi del suo successo da Nord verso il Centro, in regioni come l’Emilia e Romagna, le Marche, la Toscana. Questa oggettiva progressione per contiguità territoriale è la migliore dimostrazione del “consenso gomito a gomito” che caratterizza il movimento, attraverso forme di proselitismo politico che, coinvolgendo sempre più soggetti in un progetto di federalismo politico allargato, stempera anche le intenzioni secessionistiche presenti nel movimento negli anni ’80 e ‘90.
L’elementarità dei valori fondamentali che stanno alla base della proposta politica della Lega fa sì che anche l’elettorato meno interessato e preparato ne sia a conoscenza. Questa si caratterizza nel federalismo (fiscale) a livello centrale e aumento della sicurezza e lotta alla clandestinità a livello locale.

A Milano in questi anni i più importanti esponenti locali (Matteo Salvini su tutti) hanno messo sulla loro agenda politica problemi quali: sgombero dei rom, forte opposizione contro la possibilità di costruire una Moschea a Milano, maggiori controlli in merito alla sicurezza e clandestinità, tutti problemi che nella città di Milano sono particolarmente sentiti. Anche questo percorso ha a che fare con il modello di comunicazione politica della Lega.

Tale programma politico creato a tavolino e che viene occasionalmente presentato con interventi nei vari talk show politici non ha la forza di resistere, svilupparsi e vincere sull’arco di due legislature di maggioranza intervallate da un’altra di minoranza. È così quindi che la Lega Nord ha capito l’assoluta importanza di un radicamento forte, come quello di un fondamentale sostegno popolare, che è in grado di alimentare la forza di un tale progetto politico. Di conseguenza, occorre ragionare sul modello di comunicazione politica della Lega non già in termini di propaganda di un’“ideologia” precostituita, ma in termini di formazione della linea riformista attraverso una trama molto fitta di comunicazioni e di consultazioni con una base attiva che fa da sostegno al progetto politico in tutte le sue fasi, anche e soprattutto nei passaggi più difficili.

La tesi qui espressa della elementarità dei valori fondamentali e il fatto di essere un movimento pragmatico e non ideologico sono caratteristiche visibili anche nella realtà del partito a livello milanese. L’autorevole esponente della Lega Nord Fabrizio Cecchetti (Consigliere Regionale in Lombardia) da me intervistato rafforza questo pensiero affermando: “La Lega Nord ha successo grazie allo stretto rapporto che riesce a instaurare con il territorio e quindi non solo con i nostri elettori”. L’esponente leghista ha continuato affermando: “A differenza di molti altri partiti, il nostro movimento (e tengo a precisare che noi siamo un movimento e non un partito) cerca sempre di mantenere le promesse, perché l’aspetto più importante è non prendere in giro gli elettori; quindi bisogna “vivere il e nel territorio” sempre e non solo in campagna elettorale: solo così i cittadini possono criticare o complimentarsi con i loro politici. Oltre a questo, un altro fattore molto importante per la Lega in generale (e quindi anche e soprattutto a Milano) è la chiarezza delle nostre idee: federalismo, sicurezza e lotta alla clandestinità. Noi siamo pragmatici, questo perché alla gente non interessa nulla di discorsi quali: escort, processi di Berlusconi, ecc; a loro interessano i problemi reali e concreti e noi, soprattutto con il nostro leader Bossi ragioniamo e parliamo in maniera concreta e pragmatica”. Il consigliere regionale è convinto inoltre (e questo è stato confermato anche dalle ultime elezioni sia amministrative sia regionali) che in territori molto piccoli la Lega riesce ancora meglio a strutturarsi e radicarsi sul territorio, grazie sempre a iniziative dirette a costruire uno stretto legame con i cittadini: attraverso i gazebo, feste di partito, sagre, ecc.).



Il comportamento della Lega è stato anticipatore degli orientamenti più recenti dei professionisti stessi del messaggio pubblicitario. Il Carroccio infatti ha capito che le grandi campagne giornalistiche, televisive e sui nuovi media digitali non danno (quasi mai) i risultati proporzionati ai costi. La soluzione, quindi, è tornare al passato.

L’esperienza della Lega costituisce un caso di studio notevole e assolutamente calzante. Ci si deve infatti domandare quali siano i motivi del suo successo da Nord verso il Centro, in regioni come l’Emilia e Romagna, le Marche, la Toscana. Questa oggettiva progressione per contiguità territoriale è la migliore dimostrazione del “consenso gomito a gomito” che caratterizza il movimento, attraverso forme di proselitismo politico che, coinvolgendo sempre più soggetti in un progetto di federalismo politico allargato, stempera anche le intenzioni secessionistiche presenti nel movimento negli anni ’80 e ‘90.
L’elementarità dei valori fondamentali che stanno alla base della proposta politica della Lega fa sì che anche l’elettorato meno interessato e preparato ne sia a conoscenza. Questa si caratterizza nel federalismo (fiscale) a livello centrale e aumento della sicurezza e lotta alla clandestinità a livello locale.

A Milano in questi anni i più importanti esponenti locali (Matteo Salvini su tutti) hanno messo sulla loro agenda politica problemi quali: sgombero dei rom, forte opposizione contro la possibilità di costruire una Moschea a Milano, maggiori controlli in merito alla sicurezza e clandestinità, tutti problemi che nella città di Milano sono particolarmente sentiti. Anche questo percorso ha a che fare con il modello di comunicazione politica della Lega.

Tale programma politico creato a tavolino e che viene occasionalmente presentato con interventi nei vari talk show politici non ha la forza di resistere, svilupparsi e vincere sull’arco di due legislature di maggioranza intervallate da un’altra di minoranza. È così quindi che la Lega Nord ha capito l’assoluta importanza di un radicamento forte, come quello di un fondamentale sostegno popolare, che è in grado di alimentare la forza di un tale progetto politico. Di conseguenza, occorre ragionare sul modello di comunicazione politica della Lega non già in termini di propaganda di un’“ideologia” precostituita, ma in termini di formazione della linea riformista attraverso una trama molto fitta di comunicazioni e di consultazioni con una base attiva che fa da sostegno al progetto politico in tutte le sue fasi, anche e soprattutto nei passaggi più difficili.

La tesi qui espressa della elementarità dei valori fondamentali e il fatto di essere un movimento pragmatico e non ideologico sono caratteristiche visibili anche nella realtà del partito a livello milanese. L’autorevole esponente della Lega Nord Fabrizio Cecchetti (Consigliere Regionale in Lombardia) da me intervistato rafforza questo pensiero affermando: “La Lega Nord ha successo grazie allo stretto rapporto che riesce a instaurare con il territorio e quindi non solo con i nostri elettori”. L’esponente leghista ha continuato affermando: “A differenza di molti altri partiti, il nostro movimento (e tengo a precisare che noi siamo un movimento e non un partito) cerca sempre di mantenere le promesse, perché l’aspetto più importante è non prendere in giro gli elettori; quindi bisogna “vivere il e nel territorio” sempre e non solo in campagna elettorale: solo così i cittadini possono criticare o complimentarsi con i loro politici. Oltre a questo, un altro fattore molto importante per la Lega in generale (e quindi anche e soprattutto a Milano) è la chiarezza delle nostre idee: federalismo, sicurezza e lotta alla clandestinità. Noi siamo pragmatici, questo perché alla gente non interessa nulla di discorsi quali: escort, processi di Berlusconi, ecc; a loro interessano i problemi reali e concreti e noi, soprattutto con il nostro leader Bossi ragioniamo e parliamo in maniera concreta e pragmatica”. Il consigliere regionale è convinto inoltre (e questo è stato confermato anche dalle ultime elezioni sia amministrative sia regionali) che in territori molto piccoli la Lega riesce ancora meglio a strutturarsi e radicarsi sul territorio, grazie sempre a iniziative dirette a costruire uno stretto legame con i cittadini: attraverso i gazebo, feste di partito, sagre, ecc.).

Luca Checola

martedì 4 gennaio 2011

Si scrive calcio si legge politica!


Questa mattina ho letto con molto piacere che il Corriere della Sera (http://www.corriere.it/sport/11_gennaio_04/berlusconi-milan-vincere_9d4694da-17ef-11e0-9e84-00144f02aabc.shtml) ha pubblicato un articolo con alcune dichiarazioni di Silvio Berlusconi in cui per l'ennesima volta, si fa riferimento allo strettissimo rapporto tra calcio e politica.

Il Premier ha messo in luce quanto le vittorie del Milan tra le altre cose facciano felici e parlamentari italiani e quindi come questo aumenti in benessere in Parlamento.

Io penso che questi due ambiti abbiano anche altri legami ancora più importanti: l'aspetto economico che soprattutto grazie alle competizioni europee, riveste un ruolo rilevante anche per le finanze pubbliche; l'immagine che sempre le competizioni europee possono dare delle nostre città e/o Paese (si pensi per esempio al danno d'immagine che la scorsa partita della Nazionale italiana contro quella serba ha causato a livello mondiale per entrambi i Paesi). Altre discipline che si legano al rapporto tra calcio e politica sono il marketing, la comunicazione.

Sono quindi assolutamente convinto che questo interessantissimo rapporto debba essere studiato con assoluto interesse e in modo scientifico. Voi cosa ne pensate?

Luca Checola

Penso quindi sia

lunedì 3 gennaio 2011

Maggioranza-Opposizione: 314-311 (d.t.s.)


Finalmente il giorno atteso da mesi è arrivato! Alla Camera dei Deputati in Roma tutto è infatti pronto per la grande finale: partita che comunque andrà, avrà importanti ripercussioni sia per tutti i tifosi sia per le due società.

Le due squadre sono molto diverse rispetto alla scorsa stagione, infatti, soprattutto nell’ultimo periodo si è registrato un’interessante campagna acquisti. Ma andiamo subito con la lettura delle due formazioni in campo.

La squadra del mister Silvio Berlusconi si presenta al completo con Ghedini in porta pronto a parare qualsiasi tiro, soprattutto gli attacchi del centroavanti più pericolo dell’opposizione Antonio Di Pietro. Davanti al portierone viene schierata una super difesa: i centrali Rotondi e Giovanardi, sulla sinistra Sandro Bondi, e sulla fascia destra, molto esterno Igniazio La Russa.
A centrocampo i veterani Cicchitto, Romani e Bonaiuti, pronti a supportare il trequartista Algelino Alfano. In attacco due giocatori molto pungenti: Daniele Capezzone e Alessandra Mussolini.

L'opposizione di mister Fini si presenta anch’essa al completo ma non in perfette condizioni: vediamo infatti il trequartista di assoluto valore Buongiorno comprensibilmente sorridente ma altrettanto molto affaticata.
Gli undici, oltre appunto alla Buongiorno, sono Italo Bocchino pronto all’attacco, Bersani, il già citato Antonio Di Pietro, il centrocampista sempre molto disciplinato Pierferdinando Casini, Rutelli, Dalla Vedova che si trova sempre molto bene nel ruolo di "libero", Barbareschi, Fassino, Franceschini e Urso.
Sicuramente l’aspetto più interessante sarà capire quanto l’opposizione riuscirà a giocare di squadra, quindi molto unita senza troppe azioni solitarie.

Tutto pronto: la partita è ufficialmente iniziata. Le due squadre si studiano, la posta in gioco è infatti davvero molto alta. Per ora, passati circa trenta minuti molta tattica e poco gioco corale. Ora ci prova Bocchino con un’azione davvero molto interessante: scarta il primo giocatore, salta anche il secondo ma alla fine viene fermato e criticato dai suoi compagni di squadra per non aver seguito gli “ordini” di mister Fini: giocare di squadra e avere più calma.
Ancora l’opposizione in avanti questa volta con Di Pietro; ottima azione, si avvicina alla porta, tenta il “cucchiaio” ma non si è accorto del doppio fischio dell’arbitro che decreta la fine del primo tempo: vediamo infatti la maggioranza già fuori dal campo!

Dopo l’intervallo le due squadre si ripresentano in campo. La maggioranza parte subito bene con Cicchitto che salta facilmente Di Pietro, va sul fondo, mette un bel cross in mezzo per Capezzone che stacca di testa, ma la palla lambisce il palo. Ci prova quindi Reguzzoni entrato al posto di Romani, ma anche questa volta il pallonetto dal limite dell’area termina fuori di poco.

L'opposizione sembra davvero in grande difficoltà, vediamo quindi il mister Fini cambiare tre uomini cercando così di mischiare le carte.

La partita giunta ormai all’ottantesimo è per ora stata molto deludente: troppa tattica e troppi falli.
Siamo agli sgoccioli e tutto fa pensare che si andrà ai supplementari.
È arrivato ora il triplice fischio finale che decreta la fine dei tempi regolamentari: si va ai supplementari.

Inizia nuovamente la partita e vediamo che la maggioranza è molto più convinta di vincere, continua infatti ad attaccare con grande intensità.

Attenzione gran tiro di Bonaiuti, che viene deviato da Domenico Scilipoti e finisce in goal!!!! Maggioranza in vantaggio. Ma vediamo che si sta accendendo una mischia. Cicchitto se la prende con Di Pietro e gli sta gridando: “Laureato Analfabeta...”. Il giocatore dell’opposizione a sua volta si gira verso la panchina in cui è seduto il mister Berlusconi e dal labiale sembra stia pronunciato queste parole: “Qualunque sarà il risultato finale, un dato è certo, tu non hai più la maggioranza per governare...”. Ora invece vediamo che è proprio l'autore del goal che si sta scagliando sullo stesso Di Pietro: “Siete dilettanti allo sbaraglio”.

Passano i minuti ma è la maggioranza che continua gli attacchi; questa volta il tiro, dopo un’azione personale e diversi dribbling, è di La Russa e ancora una volta registriamo una deviazione di un giocatore dell’opposizione. Questa volta si tratta di Maria Grazia Siliquini che spiazza il suo portiere: secondo goal in pochi minuti della maggioranza. L’opposizione ormai è a pezzi, sembra davvero che la partita sarà segnata da questi episodi. La maggioranza dal canto suo non è ancora soddisfatta e continua ad attaccare. Questa volta l'azione è di Gasparri, anche lui subentrato nel secondo tempo; salta in rabona un avversario, mette una stupenda palla filtrante per Capezzone, il quale scaglia un tiro che, per l’ennesima volta viene deviato: terzo goal e terza deviazione, questa volta di Catia Polidori. Ci viene da pensate se questi goal non siano solo frutto della fortuna ma anche della volontà di alcuni giocatori dell’opposizione.

Arriva finalmente il fischio finale da parte dell’arbitro Giorgio Napolitano. Maggioranza batte l’opposizione con tre goal di scarto, che come afferma il Direttore Sportivo Maurizio Sacconi: “Bastano e avanzano”, e rimane al comando.

Luca Checola

mercoledì 29 dicembre 2010

Anche il calcio cambia...e punta sulla comunicazione


Fino a qualche anno fa ciò che davvero contava nel calcio era trovare i calciatori, allenatori, dirigenti e presidenti che riuscivano a vincere, creando così emozioni.
Oggi ovviamente questo non è cambiato, ma si è aggiunto un elemento altrettanto importante: riusciare a trovare le persone giuste che riescono a far sognare i tifosi. Questo quindi è un comportamento che accade prima di un campionato o di una coppa, succede all'inizio di queste competizioni e per riuscirce in questo straordinario e difficilissimo compito ci vogliono personalità che riescono a parlare al cuore, riescono a colpire, a far immedesimare i tifosi che si sentono così finalmente protagonisti.

I grandi Trapattoni e Nils Erik Liedholm, ma anche Eugenio Fascetti che nella loro storia hanno sicuramente vinto molto oggi si dovrebbero (forse) in difficoltà se si confrontassero con i Mourinho, Leonardo che al contrario dei loro colleghi, colpiscono il cuore, utilizzano un linguaggio che colpisce i tifosi, rendendoli i veri protagonisti!

martedì 28 dicembre 2010

Leonardo: Professionista, traditore o solamente comunista?


Leonardo è ufficialmente il nuovo allenatore dell'Inter e ancora una volta il calcio viaggia in strettissimo rapporto con la politica.
Leonardo infatti è stato un grande giocatore del Milan prima e dirigente e allenatore dopo; ma anche uno dei pochi che ha criticato alcuni atteggiamenti del Presidente (del Milan) Silvio Berlusconi. Questo in realtà era già accaduto con Alberto Zaccheroni, che sicuramente però non ha la stessa storia di Leonardo, ma il risultato è stato abbastanza simile: "fuori dall'azienda Milan".

A questo punto quindi come dovrebbere essere definito Leonardo in merito alla scelta di accasarsi ai cugini? Professionista, traditore o solamente comunista?

Questo si colleca molto bene a quello che spesso accade in politica, o meglio a chi lavora accanto al politico. Spesso infatti le persone che lavorano prima con un politico di un schiramento viene criticato perchè poi decide di mettersi in gioco accettando nuove sfide: scusate signori ma questo atteggiamento si chiama essere Professionista! Certo bisogna sempre comportarsi in modo etico ma allo stesso è giusto sottolineare la differenza tra professionista e tifoso, sia nel calcio sia in politica!

Luca Checola

giovedì 23 dicembre 2010

Scusate il silenzio

Carissimi lettori,
è con enorme umiltà che vi chiedo tremendamente scusa per il mio lungo e ingiustificato silenzio.

Una buona regola, forse la più importante, della comunicazione è proprio quella di non abbandonare mai un progetto a metà dell'opera: una assoluta cattiveria!
E' per questo che proprio in concomitanza della fine dell'anno e dell'inizio del 2011 che voglio promettermi ma soprattutto promettervi che questo piccolo ma (forse) prezioso blog tornerà a "vivere".

Questa mia convinta decisione è stata presa perchè sono sempre più convinto che oggigiorno riuscire a trovare qualcuno disposto ad ascoltarti sia praticamente impossibile, e quindi non posso assolutamente tradire coloro che in questi mesi con dedizione ascoltavano quello che avevo da dire!

In conclusione oltre alle scuse, mi sento anche in dovere ti ringraziare tutte quelle persone che in questi mesi hanno fatto sì che il blog tornasse finalmente ad essere attivo!

Un abbraccio affettuoso a tutti voi,
Luca

mercoledì 24 marzo 2010

INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE DI FORZA ITALIA


Parlare di comunicazione di Forza Italia significa, prima di tutto, parlare della comunicazione di Silvio Berlusconi e, in secondo luogo, parlare essenzialmente – anche se non esclusivamente – di comunicazione televisiva. Sin dalle origini, infatti, la comunicazione di partito ha avuto il suo punto di forza nell’uso che Berlusconi ha saputo fare del mezzo televisivo. Molto è stato scritto sul ruolo giocato dalla televisione nel promuovere e sostenere l’affermazione elettorale di Forza Italia nel 1994 e nel caratterizzare la campagna elettorale di quell’anno come la più mass-mediale mai svoltasi in Italia. Anche se l’impatto prodotto dalla televisione sull’orientamento delle scelte di voto non si presta con facilità a quantificazioni oggettive e condivise da parte degli studiosi di comunicazione e dei politologi,[1] è un dato di fatto che le elezioni del 1994 hanno segnato un punto di non ritorno, stabilendo un livello di “ingerenza” del mezzo televisivo nelle campagne elettorali italiane dal quale non ci si è più allontanati – nemmeno dopo l’introduzione della legge sulla par condicio.[2] L’entrata in scena di Forza Italia fu decisiva nel fare precipitare il cambiamento, anche se è difficile sostenere che esso non sarebbe avvenuto ugualmente, magari con maggior gradualità, in un contesto di accresciuta pervasività del sistema dei media all’interno della società italiana e di minore capacità dei partiti di utilizzare le proprie organizzazioni come reti di mobilitazione e propaganda. Il ricorso massiccio alla televisione come strumento di comunicazione politica è, peraltro, condiviso dai partiti di tutta Europa – senza parlare di quelli americani – che hanno fatto proprie da tempo le logiche della comunicazione mediale (spettacolarizzazione, semplificazione, leaderizzazione).

Se, per alcuni versi, la comparsa di Forza Italia ha rappresentato una “modernizzazione” della comunicazione politica italiana, essa ha anche rappresentato un nuovo modello di rapporto fra i media e le organizzazioni partitiche.

Nel 1994 la comunicazione di Silvio Berlusconi supplì alla mancanza di organizzazione di Forza Italia e, in un certo senso, l’intera “operazione Forza Italia” può essere qualificata come un’operazione di comunicazione. La potenza del fenomeno comunicativo che ne segnò l’origine diffuse all’interno del movimento berlusconiano l’idea che nella raccolta del consenso i network televisivi potessero supplire ai network organizzativi, che le reti virtuali della comunicazione assorbissero il bisogno di reti territoriali compiutamente e classicamente “di partito”. Lo sviluppo dell’organizzazione di Forza Italia ha dovuto fare i conti anche con questo atteggiamento culturale che, in una certa misura, sopravvive ancora oggi, nonostante abbia progressivamente fatto breccia all’interno del gruppo dirigente la consapevolezza della necessità di declinare il messaggio politico anche attraverso strutture organizzative di partito.

Un’analisi approfondita della comunicazione televisiva di Forza Italia e di Silvio Berlusconi potrebbe essere l’oggetto di un volume monografico a parte. Gli strumenti della comunicazione di Forza Italia, tuttavia, non si esauriscono con la televisione. La cartellonistica, ad esempio, è stata impiegata in numerose occasioni, sin dalle origini: i primi manifesti furono affissi nel dicembre 1993 per invitare i cittadini a “scendere in campo” fondando un club Forza Italia; seguirono poi i manifesti elettorali, quelli pubblicizzanti le manifestazioni del partito, le campagne adesioni, il congresso nazionale, i congressi delle associazioni interne e la possibilità di diventare rappresentanti di lista. Per un uso estensivo della cartellonistica da parte di Forza Italia si è dovuto però attendere l’autunno 2000, quando una serie di maxi poster, uniformi nello stile e centrati sulla fotografia del volto di Berlusconi, tappezzarono le città italiane sintetizzando in slogan immediati i punti principali del programma del partito in vista delle elezioni della primavera successiva. Si trattò di una campagna di affissioni massiccia, che durò nove mesi e che fu particolarmente efficace nell’attirare l’interesse della gente (anche in forma satirica) e nel condizionare la risposta comunicativa dell’avversario di Berlusconi, Francesco Rutelli, che dal gennaio 2001 lanciò una campagna di manifesti centrati sulla propria immagine partendo proprio da uno dei temi centrali della campagna berlusconiana – la sicurezza.

Strumento efficace di comunicazione è diventato nel tempo anche il sito web del partito (forza-italia.it).[3] Lanciato nel febbraio del 1995 e curato da Antonio Palmieri, il sito è passato attraverso alcune revisioni che ne hanno progressivamente migliorato i servizi offerti, rendendolo più interattivo (soprattutto nelle parti che stimolano i visitatori “a dire la propria” sugli eventi politici), più informativo (gli aggiornamenti sono quotidiani), più “mobilitante” (ogni documento, ad esempio, può essere “spedito ad un amico”) e più ricco di sezioni tematiche, che coprono tutte le attività di Forza Italia dal livello dell’Europarlamento a quello dei coordinamenti e degli enti locali. Il sito ha sempre dedicato particolare spazio ai discorsi ed alle interviste rilasciate da Berlusconi e ha pubblicato interamente i suoi due libri, il primo dei quali (L’Italia che ho in mente) è stato “scaricato” da oltre 40.000 visitatori. Forza Italia ha inoltre attivato da alcuni anni una newsletter telematica di informazione politica (“Contatto”, che a fine 2000 veniva inviata via e-mail a 15.000 simpatizzanti) ed una intranet di partito (“Azzurranet”), messa a disposizione dei dirigenti di Forza Italia e di tutti i candidati della Casa della Libertà in occasione delle elezioni politiche del 2001, contenente servizi utili alla campagna elettorale – come i format per i manifesti, un argomentario dei temi da utilizzare e una sintetica rassegna stampa commentata. Molti eletti – e candidati- di Forza Italia, inoltre, hanno aperto siti web personali e lo stesso hanno fatto gruppi consiliari, coordinamenti locali e singoli club.

Forza Italia, a differenza della maggioranza dei partiti italiani, non ha mai mostrato l’intenzione di voler ricorrere al più classico degli strumenti di informazione e comunicazione dei partiti politici, il giornale di partito – per il quale esistono, peraltro, finanziamenti pubblici. Ha però sempre potuto contare sulla vicinanza ideologica di alcuni quotidiani nazionali, quali “Il Giornale”, di proprietà di Paolo Berlusconi, “L’Opinione”, ex organo di stampa del Pli, “Il Giorno”, “La Nazione” e il “Resto del Carlino”, tutti e tre della casa editrice MonRif, partecipata da Mondadori, “Libero” e “Il Foglio”, diretto da Giuliano Ferrara, spesso, peraltro, pungente verso il leader e la linea di Forza Italia. Vicina alla linea politica espressa da Berlusconi è anche la rivista “Panorama”. All’interno di Forza Italia si contano numerose newsletter pubblicate a livello locale da club, gruppi consiliari e coordinamenti territoriali, ma si tratta in genere di pubblicazioni irregolari, con una circolazione limitata e, spesso, una vita breve. L’unica iniziativa di rilievo è “Linea Azzurra”, una newsletter trimestrale curata dal coordinamento nazionale di Forza Italia che dal gennaio 2000 è inviata a tutti gli iscritti.

A completare il quadro delle iniziative di comunicazione di Forza Italia, occorre ricordare le manifestazioni pubbliche, alle quali è sempre stato dato grande risalto mediatico. Le manifestazioni, spesso organizzate con i partiti alleati, si intensificarono a partire dal 1996 ed ebbero spesso al centro la protesta contro le politiche governative. Una delle iniziative di maggior successo fu probabilmente quella tenuta nell’ottobre 1998 in Piazza San Giovanni a Roma, luogo classico delle manifestazioni della sinistra: la grande affluenza alla manifestazioni dimostrò una inedita capacità del centro-destra di mobilitare la gente e di “rubare le piazze” alla sinistra. Svariate furono anche le manifestazioni organizzate nella stessa giornata e sullo stesso tema in varie città – spesso in tutti i capoluoghi di provincia – con collegamenti via satellite per la diretta del discorso di Berlusconi (uno degli esempi fu la manifestazione del 13 novembre 1997 contro l’IRAP). Dal 1999 in avanti le manifestazioni di Forza Italia persero presero parte del carattere di protesta (con l’eccezione della manifestazione contro la par condicio) e diventarono prevalentemente occasioni per presentare pubblicamente le posizioni programmatiche del partito: tipiche, in questo senso, furono manifestazioni tematiche denominate Tax Day (Verona, 27 maggio 1999) Security Day (Milano, 16 ottobre 1999), Labour Day (Napoli, 26 febbraio 2000), Sport Day (Roma, 7 marzo 2001), Social Day (Torino, 24 marzo 2001). Un’iniziativa di comunicazione a parte, fra le più spettacolari di Forza Italia, infine, fu certamente la “Azzurra”, la “nave della libertà” che dal 30 marzo all’8 aprile 2000 circumnavigò allegramente non solo l’Italia ma anche la legge sulla par condicio.

Luca Checola


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[1] Un calcolo del numero di elettori che la televisione avrebbe contribuito a spostare verso il centro-destra in occasione delle elezioni del 1994 è tentato da Ricolfi L. in Elezioni e mass media. Quanti voti ha spostato la televisione, in “Il Mulino”, 1994, n. 5, pp. 1031-1046

[2] Legge 22 febbraio 2000, n. 28 “Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 43 del 22 febbraio 2000

[3] Dal novembre 2008, data in cui è nato il Popolo della Libertà, composto da Forza Italia e Alleanza Nazionale, è cambiato in www.ilpopolodellalibertà.it